A fine mese riprenderanno le sterilizzazioni delle cagne
Al canile sanitario si stanno per concludere i lavori per la sala operatoria
Il problema del randagismo sta assumendo dimensioni tali da essere un’emergenza vissuta da tutti, istituzioni e cittadini.
Ad incrementare il fenomeno non sono solo gli abbandoni, ma soprattutto le nascite di cuccioli. una cagna può, nell’arco della sua vita, dare alla luce sino a 20 cuccioli. Facile immaginare come il randagismo possa facilmente proliferare se non tenuto sotto controllo. Ad oggi sono circa 12mila i randagi sparsi nella provincia ionica, seconda in Puglia per numero di randagi, in una regione dove il fenomeno conta 70mila cani (cifra che fa conquistare il primo posto alla nostra regione in Italia, secondo l’ultimo censimento inviato dalle Regioni al Ministero della Salute). Poco più del 10% sono i quattro zampe ospitati nei canili sanitari, mentre la media nazionale è di circa il 33%. Tutti gli altri sono a spasso nelle strade di città o nelle campagne limitrofe. Due le soluzioni: costruire nuovi canili per ospitare non più di 200 randagi e sterilizzazioni a tappeto delle femmine.
Il Comune di Taranto da parte sua, dopo oltre un anno di denunce su queste colonne e di tutta la stampa locale, ha avviato nel canile sanitario municipale, situato in via Galeso, i lavori di ristrutturazione non solo dei box, della fossa biologica, dell’impianto idrico, ma anche degli ambulatori veterinari e della sala operatoria della struttura per consentire al più presto gli interventi di sterilizzazione.
Lo assicura l’assessore comunale all’Ambiente, Igiene e Sanità, Sebastiano Romeo.
“Stiamo cercando di accelerare i lavori – dichiara l’assessore al Corriere – e poter presto consentire ai veterinari dell’Asl di usufruire degli ambulatori e della sala operatoria. Purtroppo i recenti giorni di pioggia intensa hanno rallentato i lavori in particolare per la pavimentazione. Si è proseguito con altri. Speriamo di poter recuperare. Ad ogni modo stiamo riuscendo a tenere operativo il canile sanitario dove continuano ad arrivare i randagi ritenuti pericolosi e che restano in osservazione per 48 ore. Dopo tale periodo e dopo essere stati microchippati per l’iscrizione all’anagrafe canina, vengono rilasciati sul territorio perchè non ci sono posti disponibili. I canili sono tutti sovraffollati. Stiamo cercando un terreno dove poter realizzare un parco-canile per ospitare i randagi”, questa l’ultima iniziativa in itinere da parte del Comune ma perchè sia compiuta ci vorrà tempo.
Nel frattempo il problema randagismo resta ed al momento non si può risolvere in breve tempo.
“L’approvazione da parte del Consiglio regionale del decreto omnibus, ora legge su “Norme urgenti in materia di sanità e servizi sociali”, ha bloccato definitivamentele deportazioni dei cani pugliesi in altre regioni e questo – spiega Alessandra Danese custode giudiziale del canile sanitario municipale – obbligherà i Comuni a costruire nuovi canili”.
I randagi sono visibilmente in aumento e la causa principale secondo Danese sta nella sospensione, da circa un anno, delle sterilizzazioni.
“Contenere il numero delle nascite dei randagi è sicuramente l’unica soluzione possibile per limitare il fenomeno – aggiunge la custode giudiziale – . Allo stesso tempo è importante liberare i canili facendo adottare gli ospiti docili così come facciamo. Gli sforzi che compiamo giornalmente purtroppo non bastano. Devo riconoscere che i lavori avviati dal Comune per la ristrutturazione vanno avanti. Il sindaco Stefàno, così come l’assessore Romeo, si sta interessando in prima persona dell’avanzamento degli stessi. Proprio in questi giorni hanno effettuato dei sopralluoghi. A fine mese saremo in grado di riprendere le sterilizzazioni delle cagne randagie grazie alla sala operatoria rinnovata in tutto e all’assunzione da parte dell’Asl di veterinari con un progetto finanziato dalla Regione che consentirà di sovvenzionare 6-7 veterinari libero professionista che opereranno qui da noi ed in altri canili sanitari presenti nell’intera provincia ionica”.
fonte: Anna Caiati – Corriere del Giorno – giovedì 18 febbraio 2010
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Randagismo, “recinti comunali” di quartiere al posto dei canili?
L’emrgenza randagismo e le possibili soluzioni per tamponare un fenomeno in preoccupante crescita sono state al centro di un incontro svoltosi mercoledì sera a Palazzo di Città tenuto dal sindaco Ippazio Stefano e dall’assessore comunale all’Ambiente, Igiene e Sanità, Sebastiano Romeo, con i rappresentanti delle associazioni animaliste locali tra i quali Alessandra Danese custode giudiziale del canile sanitario municipale e presidente Anpaa, Rosanna Pisani presidente Enpa e Luciano Argese presidente Anpa, nonchè rappresentanti di canili privati.
Il primo cittadino ha annunciato che i lavori di ristrutturazione al canile sanitario stanno per concludersi e la struttura sarà attiva tra 20-25 giorni. Mentre è in funzione da pochi giorni da pochi giorni l’ambulatorio per la sterilizzazione dove si alterneranno sette veterinari libero professionisti, assunti dall’Asl con un progetto finanziato dalla Regione per sovvenzionare gli interventi su tutto il territorio ionico.
La notizia per quanto ben accetta dagli animalisti non ha però entusiasmato poichè l’emergenza randagismo va risolta con altre iniziative da adottare in tempi brevi.
“Purtroppo al momento, causa lavori, non è possibile trattenere le cagne sterilizzate in degenza post-operatoria per 2-3 giorni così come dovrebbe – ha dichiarato Danese, al Corriere – Sebbene necessaria, la sterilizzazione farà vedere i suoi effetti tra qualche anno, la soluzione urgente è invece quella di costruire nuovi canili”.
Della stessa idea è Pisani, la quale ha ripresentato la proposta dei “recinti comunali” di quartiere per tamponare il randagismo.
“Per le strade ci sono troppi randagi – ha messo in evidenza la presidente dell’Enpa – La soluzione va cercata altrove ad esempio con i “recinti” da realizzare in tempi brevissimi ad un costo irrisorio perchè saranno i volontari a portare da mangiare ed a prendersene cura”. Si tratta di sfruttare i terreni inutilizzati che potrebbero, ben recintati, ospitare i cani docili. A riguardo sia l’assessore Romeo che il sindaco Stefàno si sono detti propensi a questa iniziativa e disposti a provvedere a cibo e pulizia.
Non tutti gli animalisti però sarebbero d’accordo su questa soluzione, poichè complicata da gestire e perchè, essendo aperta a tutti, potrebbero essere un invito ad abbandonare lì eventuali cuccioli indesiderati, così come verrebbero esclusi i cani aggressivi che rimarrebbero per strada per cui le proteste dei cittadini non verrebbero placate.
Altro problema che urge risolvere è quello del ritardo con cui le carcasse di cani deceduti restano abbandonate in strada per diversi giorni. Come denunciato da Pisani vengono rimosse dalla ditta che gestisce questo servizio per conto del Comune, dopo 3-4 giorni dalle segnalazioni con rischi igienici per i residenti oltre a scene raccapriccianti.
Infine la Danese ha ricordato i due emendamenti della recente legge omnibus approvata dal Consiglio regionale che prevedono che i cani non possono andare fuori provincia nè fuori regione. A questo si aggiunge quello che riguarda le associazioni animaliste ovvero solo quelle iscritte all’albo regionale possono gestire i rifugi per cani, i privati dovranno essere esclusi completamente dalle gestioni.
fonte: Corriere del Giorno – venerdì 12 marzo 2010
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C’è un rifugio sicuro per un centinaio di cani
Dopo il sequestro del 2008 rinasce la struttura sanitaria di via Galeso
Il sindaco di Taranto che offre croccantini ai cani e ospiti del canile sanitario di via Galeso. Sono almeno un centinaio, ognuno nella sua gabbia, pulita e ben attrezzata. E’ uno dei primi momenti che segnano la riapertura del centro ristrutturato dai volontari dell’Enpaa onlus, l’associazione guidata da Alessandra Danese. E’ stato possibile assistervi ieri mattina in occasione dell’inaugurazione voluta dal sindaco Ezio Stefàno. C’erano anche gli assessori comunali ai Lavori pubblici, Alfredo Spalluto, all’Igiene, Sebastiano Romeo, e al Decentramento, Davide Nistri, oltre alla presidente Danese, al presidente dell’Amiu, Gino Pucci, e ad un gruppo di animalisti e veterinari che si occuperanno del canile. La struttura, che si trova negli spazi dell’ex macello nel quartiere Tamburi-Lido Azzurro, potrà ospitare almeno 100 cani prelevati dall’Asl di Taranto su segnalazione di cittadini e istituzioni. Questi animali potranno anche essere adottati. Dopo la stabulazione, gli altri – l’area sarà pronta tra 15 giorni – saranno reimmessi sul territorio.
“Invitiamo i cittadini a segnalare all’Asl la presenza di cani pericolosi nel loro quartiere – è l’appello del sindaco – in modo che gli operatori possano prelevarli e portarli in questa struttura”.
I cancelli del canile sanitario comunale sono stati riaperti dopo oltre due anni anche se per tutto questo periodo i cani sono rimasti nell’area. La struttura di via Galeso fu infatti sequestrata il 15 marzo del 2008 dalla Questura a causa del mediocre stato manutentivo. Si trattò di un sequestro preventivo dovuto alle condizioni fatiscenti del canile sanitario. In seguito a questi episodi, ad agosto il sindaco emanò un’ordinanza disponendo con indifferibilità e urgenza l’esecuzione dei lavori da realizzare per garantire nel più breve tempo possibile efficienza e funzionalità al canile sanitario.
“Abbiamo affidato il canile all’Enpaa – spiega il sindaco – e fatto una regolare gara pubblica per l’assegnazione dei lavori. Oggi possiamo finalmente riaprire al pubblico una struttura decorosa e dignitosa che segna un’importante tappa nel percorso del rispetto delle regole che abbiamo intrapreso”.
I lavori sono stati realizzati dall’impresa vincitrice, la Officine Jolly, per un importo di 180mila euro Iva inclusa. “L’impresa ha ristrutturato la rete fognaria interna al canile – dice l’assessore Spalluto -, realizzato il tronco di allaccio alla fognatura urbana, rifatto la rete idrica interna con nuovo impianto di autoclave, ripavimentato l’intera superficie e ha rifatto anche le gabbie. Sono inoltre state risistemate le pendenze ed è stata riattivata la struttura adibita ad ambulatorio per impianto elettrico ed idrico. Sono stati anche ripitturati gli ambienti e risistemati gli infissi interni ed esterni”.
E, proprio nella mattinata di ieri, subito dopo la notizia del dissequestro di alcuni massi posizionati nel recinto dell’ex macello, il sindaco ha annunciato: “Sposteremo questi massi in Città vecchia e doteremo la struttura di piante in grado di coprire i cattivi odori”.
I cittadini potranno visitare il canile, e decidere di adottare un animale, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 12. “Ma – rileva Alessandra Danese – non affideremo i cani senza aver prima verificato le intenzioni di chi vorrà portarli via con sé”. L’Enpaa e il Comune vogliono in questo modo scongiurare l’abbandono degli animali ai quali presto l’amministrazione metterà a disposizione appositi minirecinti nei quartieri della città.
fonte: Pamela Giufrè – Gazzetta del Mezzogiorno – martedì 27 aprile 2010
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RANDAGISMO COME FUNZIONANO LE TRE STRUTTURE?
E INTANTO SI PENSA A FARNE UNA NUOVA
Un milione l’anno per i cani il Comune verifica la spesa
• E’ tornata a riunirsi ieri la Commissione di garanzia e controllo del Comune di Taranto per affrontare lo spinoso problema del randagismo dei cani al quale sembra estremamente complicato porre argine. Alla presenza del segretario generale del Comune, Annamaria Franchitto, e dei consiglieri comunali Mario Laruccia, Giampaolo Vietri e Francesco Voccoli, si è cercato di focalizzare l’attenzione sull’attuale condizione dei randagi ospiti delle tre strutture municipali: il canile sanitario, il San Raphael e l’Ecolife di Statte. Per tali strutture, è stato constatato, il Comune spende ogni anno circa un milione di euro. Una cifra ragguardevole che richiede una verifica da parte dell’ente riguardo alle condizioni effettive degli animali, al loro sostentamento, alle cure e, non ultimo, al numero di randagi presenti in ogni canile. In totale, i cani ospitati dovrebbero essere circa un migliaio. Altrettanti, è stato stimato, sono quelli vaganti, alcuni dei quali anche all’interno del perimetro urbano, a volte pericolosi per l’uomo in quanto ne sarebbe stata constatata l’aggressività. Il Comune, inoltre, non gestendo il servizio di rimozione delle carcasse di animali, è costretto a rivolgersi a due ditte esterne, una di Andria e l’altra di Matera. Queste ultime vengono pagate ben 150 euro a chiamata, rendendo il servizio particolarmente gravoso per le casse comunali.
In futuro, oltre alla messa a regime delle sterilizzazioni – che già si stanno attuando al canile sanitario anche se con i soli esborsi dei privati -, si sta pensando all’acquisizione di un terreno da destinare ai randagi, creando le condizioni per una loro permanenza più dignitosa e sottraendoli alla strada. Tuttavia, contattate le circoscrizioni, queste avrebbero manifestato dissenso all’ipotesi, ridimensionando le aspettative di molti, animalisti in testa. Unico terreno per il quale si attende una risposta, sarebbe quello individuato al quartiere Paolo VI: 250mila gli euro necessari alla realizzazione della recinzione e dei servizi necessari. Quanto alle sterilizzazioni, ha detto il consigliere Laruccia, il Comune dovrà attivarsi presso la Regione affinché quest’ultima provveda ad inviare le risorse per effettuare gli interventi chirurgici sulle femmine. Inoltre, la Commissione provvederà in tempi brevi ad effettuare sopralluoghi nelle tre strutture comunali per una verifica delle condizioni dei randagi, del numero e delle regole di legge. Ogni altro problema sarà posta al vaglio delle commissioni competenti, a partire da quella che si occupa di ecologia e ambiente.
fonte: Sabrina Esposito – Gazzetta del Mezzogiorno – martedì 05 ottobre 2010
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Sotto casa mia staziona un branco di circa 20 cani randagi (abbastanza tranquilli ma estremamente prolifici!)… non vedo l’ora di osservare gli accalappiacani in azione quando verranno a prelevare le cagne per la sterilizzazione… se non altro per curiosità, perchè non ho mai visto un accalappiacani dal vivo!! Verranno… vero?! 😐
Voi l’avete mai visto un accalappiacani a Taranto?? 😕
SOS RANDAGI: LAVORI PER CIRCA 240MILA EURO SU UNA SUPERFICIE COMPLESSIVA DI 2.500 METRI QUADRI
Sorgerà nel quartiere Paolo VI il primo “canile di stabulazione”
Presto il primo canile di stabulazione per i randagi di Taranto. Sono stati consegnati ieri i lavori per la realizzazione del nuovo centro che avrà sede nel quartiere Paolo VI. Ad affidare le opere al consorzio Ati M.a.d., che avrà a disposizione 90 giorni per completare il canile, è stato l’assessore ai Lavori pubblici del Comune, Alfredo Spalluto. Spalluto è stato incaricato dal sindaco Ezio Stefàno di individuare un sito idoneo alla costruzione del canile secondo le previsioni di legge.
Tra i requisiti, un’area lontana dal centro abitato e non a rischio inquinamento.
“Queste due condizioni – spiega Spalluto – hanno reso più ardua la nostra ricerca. In un primo momento avevamo infatti individuato un sito nei pressi della zona industriale, non un centro abitato, ma a rischio inquinamento. Poi, dopo un’indagine accurata del territorio, abbiamo trovato l’area idonea nei pressi del Cisi Puglia”.
Al termine dei lavori, che costeranno circa 240mila euro, la superficie complessiva dell’impianto, di circa 2500 metri quadri, sarà suddivisa in tre moduli ciascuno con sei recinti da 100 metri quadri.
“In totale – avverte l’assessore – ci saranno diciotto recinti, in ognuno dei quali potranno trovare ospitalità tre esemplari. Complessivamente quindi nel canile ci sarà spazio per 54 randagi a parte nove box singoli di isolamento per gli animali più feroci. Saranno però tutti spazi adeguati alle dimensioni dei cani”.
In effetti ogni esemplare avrà a disposizione una superficie di 4 metri quadrati, due al chiuso e due all’aperto. A lavori ultimati, infatti, il canile di Taranto si distinguerà proprio per questa sua principale caratteristica di non essere una “grande gabbia” per randagi, ma un vero e proprio “rifugio”, dove gli animali potranno muoversi in tutta la libertà, essere riparati dalla pioggia ma avere anche modo di stare all’aria aperta, e ricevere eventuali cure sanitarie. Ci saranno infatti servizi igienici, uffici e deposito per questo sono previsti un impianto fognante ed uno idrico, e ci saranno anche pannelli fotovoltaici. Inoltre, per mitigare l’impatto acustico e visivo del canile, a ridosso della recinzione ci sarà una cintura verde di piante rampicanti.
“Con quest’opera – conclude Spalluto – che fa seguito all’ordinanza del sindaco sul randagismo, il Comune intende dare una risposta concreta ai cittadini che lamentano il fenomeno preservando nello stesso tempo anche la salute degli animali. Affideremo infatti la gestione del canile ad una delle associazioni animaliste del territorio”.
articolo di Pamela Giufré
pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 16/03/2012
È QUASI PRONTO IL CANILE A PAOLO VI
Struttura-rifugio per 54 randagi, ogni animale avrà quattro metri di spazio a disposizione
Manca solo la recinzione. Poi, condizioni meteorologiche permettendo, nel giro di qualche settimana aprirà i battenti il cosiddetto canile di stabulazione. È questo quanto emerge dal sopralluogo che, sabato scorso, è stato effettuato dall’assessore comunale ai Lavori pubblici, Lucio Lonoce, il quale ha voluto verificare l’esito dei lavori in corso per adeguare la struttura ad alcune prescrizioni fatte dal servizio veterinario dell’Asl. Prescrizioni che, in buona sostanza, chiedevano al Comune di Taranto di apportare alcune modifiche. Ovvero, è stato chiesto di aumentare il numero delle ciotole, di raddoppiare il numero delle porte che dividono il canile dalla parte riservata ai visitatori e poi, infine, di allungare la tettoia che protegge i cani ospitati dai raggi del sole o dalla pioggia.
Presto, dunque, sarà operativo il primo canile di stabulazione per i randagi di Taranto. Sono stati consegnati poco più di un anno fa i lavori per la realizzazione del nuovo centro che avrà sede nel quartiere Paolo VI. Le opere sono realizzate dal consorzio edile Ati M.a.d.. Tra i requisiti previsti dalla legge per questo particolare canile, era necessario individuare un’area lontana dal centro abitato e non a rischio inquinamento. Queste due condizioni, peraltro, hanno reso più ardua la ricerca del Comune. In un primo momento era stato infatti individuato un sito nei pressi della zona industriale ma a rischio inquinamento. Poi, dopo un’indagine accurata del territorio, è stata trovata l’area idonea nei pressi del Cisi Puglia.
Al termine dei lavori, che costeranno circa 240mila euro, la superficie complessiva dell’impianto, di circa 2500 metri quadri, sarà suddivisa in tre moduli ciascuno con sei recinti da 100 metri quadri. In totale, ci saranno diciotto recinti. In ognuno dei quali potranno trovare ospitalità tre cani. Complessivamente, quindi, nel canile ci sarà spazio per 54 randagi a parte nove box singoli di isolamento per gli animali più feroci. Saranno, però, tutti spazi adeguati alle dimensioni dei cani. Ogni animale avrà a disposizione una superficie di quattro metri quadrati, due al chiuso e due all’aperto. A lavori ultimati, infatti, il canile di Taranto si distinguerà proprio per questa sua principale caratteristica di non essere una “grande gabbia” per randagi ma un vero e proprio “rifugio” dove gli animali potranno muoversi in tutta la libertà, essere riparati dalla pioggia ma avere anche modo di stare all’aria aperta e ricevere eventuali cure sanitarie. Ci saranno, infatti, servizi igienici, uffici e deposito. Sono poi previsti un impianto fognante ed uno idrico e ci saranno anche pannelli fotovoltaici. Inoltre, per mitigare l’impatto acustico e visivo del canile, a ridosso della recinzione ci sarà una “cintura” verde di piante rampicanti.
Con quest’opera il Comune intende dare una risposta concreta ai cittadini che lamentano il fenomeno randagismo preservando nello stesso tempo anche la salute degli animali. È opportuno chiarire, però, che qui non verranno sistemati i cani aggressivi, i cosiddetti morsicatori, ma quelli che invece sono in giro per le strade cittadine e magari hanno bisogno di una temporanea assistenza.
articolo di Fabio Venere
pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 18/02/2013
Tutto pronto dopo le prescrizioni dell’Asl
I lavori sono praticamente finiti e il nuovo canile accoglierà le bestie considerate “aggressive”
Canile di “stabulazione”, oggi l’ultimo intervento. Con la sostituzione di una parte del terreno, infatti, si concluderanno gli ultimi lavori. Qualche settimana fa, del resto, era stata sistemata la recinzione.
Sono questi gli ultimi interventi realizzati per adeguare la struttura ad alcune prescrizioni fatte dal servizio veterinario dell’Asl. Prescrizioni che, in buona sostanza, chiedevano al Comune di Taranto di apportare alcune modifiche. Ovvero, è stato richiesto di aumentare il numero delle ciotole, di raddoppiare il numero delle porte che dividono il canile dalla parte riservata ai visitatori e poi, infine, di allungare la tettoia che protegge i cani ospitati dai raggi del sole o dalla pioggia.
Presto, dunque, sarà operativo il primo canile di stabulazione per i randagi di Taranto. Ospiterà cani considerati “aggressivi”. Sono stati consegnati poco più di un anno fa i lavori per la realizzazione del nuovo centro che avrà sede nel quartiere Paolo VI. Le opere sono realizzate dal consorzio edile Ati M.a.d. mentre la gestione sarà a cura dell’associazione Anpa. Tra i requisiti previsti dalla legge per questo particolare canile, era necessario individuare un’area lontana dal centro abitato e non a rischio inquinamento. Queste due condizioni, peraltro, hanno reso più ardua la ricerca del Comune. In un primo momento era stato infatti individuato un sito nei pressi della zona industriale ma a rischio inquinamento. Poi, dopo un’indagine accurata del territorio, è stata trovata l’area idonea nei pressi del Cisi Puglia. I lavori, costati circa 240mila euro, riguardano una superficie complessiva di 2.500 metri quadri. L’area sarà suddivisa in tre moduli ciascuno con sei recinti da 100 metri quadri. In totale, ci saranno diciotto recinti. In ognuno dei quali potranno trovare ospitalità tre cani. Complessivamente, quindi, nel canile ci sarà spazio per 63 randagi a parte nove box singoli di isolamento per gli animali più feroci. Saranno, però, tutti spazi adeguati alle dimensioni dei cani.
articolo di Fabio Venere
pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 28/03/2013
IN MERITO AL CANILE DI CUI SOPRA CHE NON E’ENTRATO ANCORA IN FUNZIONE, VORREI DIRE CHE TROVASI IN AREA FORTEMENTE INQUINATA.TRATTASI DELLA ZONA DEL TRATTURELLO TARANTINO NEL QUALE PRIMA DELLA MATTANZA PASCOLAVANO LE POVERE PECORE ALLA DIOSSINA.
CI SONO PASSATA DAVANTI QUALCHE GIORNO FA (LAVORO IN UNA AZIENDA POSTA A POCHI METRI DAL CANILE) E HO VISTO L’ABBANDONO IN CUI VERSA QUESTA STRUTTURA COSTATA OLTRE 250.000,00 AI CONTRIBUENTI.
E POI CON QUALE CRITERIO LA GESTIONE E’ STATA AFFIDATA ALL’ASSOCIAZIONE ANPA VISTO CHE ANCHE ALTRE ASSOCIAZIONI AVEVANO PARTECIPATO ALLA GARA?
PER CASO QUALCUNO HA NOTIZIE PIù FRESCHE DA DARMI?
L’APPELLO: GLI OPERATORI TECNICI FORMANO COORDINAMENTO E CHIEDONO DI POTER ESSERE DI NUOVO IMPIEGATI
“L’Asl ci ha messo fuori ora è in crisi col randagismo”
Si è costituito nei giorni scorsi il coordinamento ex operatori tecnici addetti al randagismo dell’Asl di Taranto, al quale hanno aderito quattro lavoratori della stessa Asl che, con una lunga esperienza in questo campo, hanno contribuito in passato a tenere sotto controllo questo fenomeno.
Il coordinamento è nato dall’immobilismo dell’Asl che, a distanza di quasi tre mesi dall’avvio della task-force voluta dal prefetto, nulla – viene denunciato – avrebbe fatto per fronteggiare l’emergenza randagismo sul territorio anche in vista dell’imminente arrivo della stagione estiva, quando il fenomeno tende tradizionalmente a registrare picchi elevati a causa degli abbandoni di cani da parte di persone senza scrupoli e incuranti degli effetti a catena determinati con tale gesto.
La convocazione della task force risale al 13 marzo scorso. Da allora non sembra siano state realizzate iniziative concrete. I randagi, infatti, continuano a circolare liberamente nelle strade urbane ed extraurbane, con tutti i pericoli legati a tale presenza, senza che sia attuata una puntuale opera di controllo delle nascite e senza alcuna forma di prevenzione e di monitoraggio delle malattie. Il problema, già di per sé grave, sarebbe ancor pesante se si pensa che all’interno dell’Asl si registra, scrivono i rappresentanti del coordinamento, un paradosso amministrativo: da un lato ci sono la cronica assenza di personale e la mancanza di unità tecniche numericamente adeguate ad affrontare la delicata questione igienico-sanitaria, e dall’altro, invece, l’incomprensibile esclusione dal circuito lavorativo di operatori che ben saprebbero come intervenire, con quali tempi e con quali modalità, avendo costruito negli anni una professionalità dalla quale non si può prescindere.
Il lavoro svolto dai componenti del coordinamento è quello di “accalappiacani” ma negli anni in cui hanno prestato servizio, ovvero dall’1 maggio del 2008 al 30 novembre 2011, sono stati impiegati anche in altre attività come dall’assistenza in sala operatoria al trasporto dei prelievi. Pubblicato un bando per la copertura a tempo indeterminato di 5 posti di accalappiacani, questi ex operatori non sono rientrati in graduatoria e sono stati quindi estromessi.
Oggi la situazione all’interno dell’Asl è in evoluzione dato che su sette accalappiacani assunti, tre dovrebbero passare al settore amministrativo e altri avrebbero problemi fisici che non consentirebbero loro di svolgere il lavoro al meglio. Di qui l’iniziativa di sollecitare l’Asl a valutare l’opportunità di impiegare il personale estromesso nella lotta al randagismo, dando al contempo una risposta alle sollecitazioni giunte direttamente dal prefetto nella riunione dello scorso 13 marzo. In quella occasione il prefetto Claudio Sammartino invocava infatti “un’azione congiunta e sinergica affinché coloro che hanno specifiche competenze in materia possano mettere in campo tutte le necessarie iniziative previste dall’ordinamento”.
“Gli ex operatori tecnici dell’Asl – si legge in un comunicato del coordinamento firmato da Francesco Solfrizzi, Carlo Axo, Antonio Giannotta e Emanuele Giannese – vogliono fare la loro parte in questa importante vicenda che, in barba a qualunque sinergia, tocca loro così da vicino ma al contempo non li vede coinvolti”. In sostanza, dicono, se si dotasse la task force contro il randagismo del personale necessario a fronteggiare l’emergenza, verrebbero risolte due questioni: il contenimento del fenomeno dell’abbandono dei cani e il mantenimento dei livelli occupazionali del personale Asl.
articolo di Sabrina Esposito
pubblicato sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 06/06/2013
Sono un ciclista e amo i cani
in questi anni si sta verificando un aumento dei cani randagi
io stesso l’altro ieri sono stato aggredirto da un gruppo di cani
che si situava sulla strada vecchia per alberobello nella zona poco dopo
il grande vigneto dei Girolamo, era un gruppo di 10 cani
ho cercato di ritornare indietro ma il sudetto gruppo di cani mi ha inseguito per un centinaio di metri
uno dei quali è riuscito a raggiugermi e mi ha fatto sbandare rischiando di cadere
sul parapetto e spaccarmi la testa al muro …
e magari poi essere massacrato da sudetti cani che no avevano proprio l’aspetto amichevole
penso erano randagi
Idem ci sono cani sulla strada vecchia che va a noci anche se qui per fortuna sono quasi sempre soli
e la stessa storia sulla strada vecchia per crispiano
e in zona pergolo … in pratica per noi ciclisti sta diventando impossibile
amare uno sport … e inoltre gli stessi cani rischiano di collidere con squadre ciclistiche o auto
che li mettono irrimediabilmente sotto
Voi che fate cercate in qualche modo di avvisare le USL di questa situazione assurda
oppure aspettate che ci scappi un morto sia da parte di un ciclista che da parte di un cane
che magari non vuole azzanarti ma rischia di far perdere ecquilibrio
a un ciclista che vuole solo godersi la natura
avvolte mi fermo anche io se il cane è uo solo e avvolte si fa anche amicizia
o mi lascia in pace ma il problema che ultimamente ci sono cani randagi
e non magari cani provienienti da qulache villetta che vuole solo giocare
penso che il randagismo non faccia bene ne a noi ciclisti che nemmeo ai cani che
vivono allo sbado per strada —
ne ho visti anche di cani spiaccicati a terra da auto
cmq le strade piene di cani RANDAGI sono la via vecchia per alberobello la via vecchia per noci entrambe strade trafficate da noi ciclisti
sicuramente presto arriverano altre segnalazioni